venerdì 29 maggio 2020

Emigrati italiani in America



September 1911. Lawrence, Massachusetts. "Group of workers. 
The small boy in the middle is Secondino Libro, 34 Walnut Street.
 Apparently 10 or 11.
Works in No. 4 
Spinning room.
 Photo and caption by Lewis Wickes Hine.

********
Mulberry Street a New York in un giorno di mercato con bancarelle e persone che ostacolavano il traffico cittadino (...)

Little Italy . Primi Anni del 1900
Questa è la storia di Little Italy di Manhattan.
 Dal 1880 fino agli anni '50 ondate di immigrati italiani
giunsero in America e si stabilirono a Mulberry Street.
 A differenza dei primi immigrati italiani, queste persone erano povere e poco istruite.
 Pensavano che l'America potesse dar loro  una vita migliore .
 Erano persone che lavoravano duramente per sbarcare il lunario. 
Vennero negli Stati Uniti pensando che le strade fossero pavimentate d'oro. 
Ma ben presto, si resero conto che non era così. 
Le strade erano lastricate di sporcizia, malattie, bigottismo e difficoltà. 
Ma sopravvissero e riuscirono a fare una vita  migliore .
******
Mulberry Street a New York
*******


Segregati per regione

Quando i nostri nonni e bisnonni  si stabilirono a Little Italy 
trovarono persone provenienti dai loro luoghi di origine.
 Ad esempio, i napoletani vivevano in Mulberry Street.
Elizabeth Street era abitata dai siciliani , in particolare quelli di Sciacca.
 Mott Street era colma di Baresi e Baxter Street di  Calabresi.
 Gli italiani del nord vivevano sul lato sud di Canal Street lungo Baxter Street.
Hanno scelto queste strade per mantenere vive le loro tradizioni locali.
  Infatti,il  principale motivo della loro scelta su dove vivere 
dipendeva dal fatto che questi immigrati parlavano i dialetti italiani della loro regione.
 Era anche un modo per cercare di impedire ai loro figli di sposare
 quelli provenienti da diverse parti del "Vecchio Paese",
poiché il matrimonio interegionale era malvisto dagli immigrati italiani più anziani.
 ******
New York circa 1900. "Italian neighborhood, Mulberry Street."
 Shorpy Historic Picture Archive



Cheese Store, 276 Bleecker Street, Manhattan, 1937


Collectors for Italian earthquake sufferers, 
East Side, New York. 1909.
New York: Pushcart markets. Ca.1910.
There used to be a pushcart market from about 102 to 110 streets, 
Park Avenue to First Avenue.
 From Park to about Third the neighborhood was Jewish; 
from there to First, Italian.
Photos 1 and 2 were taken in the Jewish neighborhood
of the pushcart market between 102 and 110 streets. 
The number on the window of the H. Gordon store at the right is 1380,
 which would be between 103 and 104 streets on Park Avenue.
Photos 3 and 4 were taken in the Italian neighborhood.






July 1918. "Italian Festa." 
Street festival in New York's Little Italy. 
 George Grantham Bain Collection

New York's First Avenue at East 29th Street during
 the annual Little Italy festa circa 1908.
 George Grantham Bain Collection
Italian festa.
 Mott Street decorated for religious feast.
New York City
May 16, 1908.

March 1912.
 "Row of tenements, 260 to 268 Elizabeth St., New York,
 in which a great deal of finishing of clothes is carried on.
268 Elizabeth Street, in Little Italy, is now a "luxe sweater bar" called Sample; 
258 (Kips Bay) is a handbag boutique called Token.
 Photo by Lewis Wickes Hine

Il personale del teatro dei pupi di New York, 1910 circa (...)



«Rosie Passeralla, 5 anni [di] Philadelphia. Raccoglie qui da due anni. Whites Bog, Browns Mills, N.J. 28 sett. 1910». Insieme alla piccola Rosie, moltissimi italiani di ogni età si trasferivano dalle loro residenze nelle grandi città del Nord-Est per raggiungere i campi del New Jersey, della Pennsylvania e di altri stati orientali durante la stagione del raccolto


 Nel 1920, erano più di 1.600.000 gli abitanti degli Stati Uniti nati in Italia
****

La grande emigrazione italiana, che ebbe come prima meta gli Stati Uniti, 
era stata preceduta, intorno alla metà dell’Ottocento, 
dall’ondata migratoria di centinaia di rifugiati politici in seguito al fallimento
 delle insurrezioni per l'Unità nazionale italiana tra cui lo stesso Giuseppe Garibaldi.
Dal 1880 milioni di italiani iniziarono ad approdare negli Stati Uniti: su 9 milioni di emigrati che si diressero verso mete transoceaniche, 4 milioni scelsero gli USA.
 Occorre precisare che queste cifre non tengono conto dei rientri
che rappresentarono un fenomeno massiccio:
circa la metà degli emigrati rimpatriò e, nel periodo 1900-1914,
 il loro numero si aggirò tra il 50 e il 60 per cento.
 Benché tutte le regioni italiane fossero rappresentate,
 i quattro quinti circa degli immigrati italiani provenivano dal Mezzogiorno, in particolare
 dalla Calabria, dalla Campania, dagli Abruzzi, dal Molise e dalla Sicilia.
Nondimeno, il 20 per cento (cioè 900.000 circa) proveniva dal Centro e dal Nord Italia.
******
L’insediamento degli immigrati italiani fu influenzato dalla locazione
 dei porti di sbarco e dai collegamenti interni, sia ferroviari che fluviali.
 Ma l’elemento più incisivo fu dato dalla scarsità di danaro al momento dell’arrivo
 in America e la costa nord-orientale assorbì perciò la metà della popolazione italiana.
 La gran massa dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti che si diresse
 nelle città dell'Est, attraverso la migrazione a catena, 
portò alla costituzione delle little italies nelle principali città statunitensi, 
interi quartieri abitati da italiani nelle cui strade la lingua ufficiale erano i vari
dialettidei paesi di provenienza, con negozi in cui si
vendevano prodotti di importazione italiani.
*****
Luigi Villari, osservando la popolazione dei suoi connazionali a New York nel 1912, notò:
"Alcuni quartieri sono abitati esclusivamente dagli oriundi di una data regione;
 in uno non troviamo che siciliani, in un altro i soli calabresi,
 in un terzo gli abruzzesi; vi sono poi certe strade dove non si trova che gente
 di un dato comune; in questa via è la colonia di Sciacca,
 in quello la colonia di San Giovanni in Fiore,
in quell'altra la colonia di Cosenza". 
*****
Fino agli anni trenta il campanilismo caratterizzò
gli insediamenti degli italiani all’estero.
*****
Altre mete, sempre perché facilmente raggiungibili, furono Chicago, New Orleans, St. Louis.
Sulla costa occidentale, la California vide importanti insediamenti agricoli, 
promossi soprattutto da immigrati piemontesi dediti alla vitivinicoltura,
 grazie anche agli incentivi dello stato per promuovere l’agricoltura.

*******
Festa del Santo Cruzifizo di Cimina, St. Philips, primi del Novecento

Foto scattata nel 1905: alcuni immigrati sbarcati sulle coste di Ellis Island (USA), un isolotto di fronte a Manhattan che fu la prima tappa per oltre quindici milioni di immigrati in un arco di tempo che va dal 1892 al 1943. Da poco sbarcati dalla nave, gli immigrati sono in coda per la visita medica e per l'esame dei loro documenti di identità.




PREGIUDIZI. 

Negli Stati Uniti che da poco avevano abolito la schiavitù si diceva che
 gli italiani non erano bianchi, "ma nemmeno palesemente negri".
 In Australia, altra destinazione, erano definiti "l'invasione dei pelle oliva".
 E poi ancora
"una razza inferiore" o una "stirpe di assassini, anarchici e mafiosi".
E il presidente Usa Richard Nixon
intercettato nel 1973  fu il più chiaro di tutti.
 Disse:
 "Non sono come noi. La differenza sta nell'odore diverso, nell'aspetto diverso,
nel modo di agire diverso. Il guaio é che non si riesce a trovarne uno che sia onesto".




Nessun commento:

Posta un commento