domenica 31 maggio 2020

1931 FORD MODEL A ROADSTER

1931 FORD MODEL A ROADSTER










The Happy Six


The Happy Six in late 1919. Organised by band contractor Harry A. Yerkes, this group recorded extensively for Columbia between 1919 and 1923, employing some of the most important names of the jazz and dance band world of the time, including Rudy Wiedoeft, Ross Gorman, Clyde Doerr, Bennie Krueger, Earl Oliver, Clarence Gransie, Ted Fiorito, Phil Ohman, and xylophonists Joe and George Hamilton Green. Most importantly, some of their records feature pioneer New Orleans musicians Alcide Nunez and Tom Brown, being the first made by the latter - a key figure in both the earliest New Orleans bands to move to the North and also the New Orleans revival of the 1940s. The personnel of the band shown is Earl Oliver, trumpet, James Lent or Paul Creedon, drums, Tom Brown, trombone, Elmer Grosso, violin, Alcide Nunez clarinet and Albert 'Babe' Fuller piano. The latter sailed for England with The American Five (a group organised for the trip by Yerkes) on January 11, 1920, so the photo must date from earlier.
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The Happy Six alla fine del 1919. Organizzato dall'appaltatore Harry A. Yerkes, questo gruppo registrò ampiamente per la Columbia tra il 1919 e il 1923, impiegando alcuni dei nomi più importanti del mondo jazz e dance band dell'epoca, tra cui Rudy Wiedoeft, Ross Gorman, Clyde Doerr, Bennie Krueger, Earl Oliver, Clarence Gransie, Ted Fiorito, Phil Ohman e xilonisti George. Ancora più importante, alcuni dei loro dischi presentano i musicisti pionieri di New Orleans Alcide Nunez e Tom Brown, essendo il primo realizzato da quest'ultimo - una figura chiave in entrambe le prime band di New Orleans a trasferirsi a nord e anche il revival di New Orleans degli anni '40. Il personale della band mostrata è Earl Oliver, tromba, James Lent o Paul Creedon, batteria, Tom Brown, trombone, Elmer Grosso, violino, clarinetto Alcide Nunez e Albert 'Babe' Fuller pianoforte. Quest'ultimo salpò per l'Inghilterra con The American Five (un gruppo organizzato per il viaggio da Yerkes) l'11 gennaio 1920, quindi la foto deve datare da prima.

Mark Berresford Rare Records

Savoy Avana Band


A rare glimpse in to a British recording studio - The Savoy Havana Band in Columbia’s Clerkenwell Road studios in early 1923. L-R: Billy Mayerl, Bert Ralton, Cyril Ramon Newton, drummer Martin 'Whitey' Higley (standing), Eddie Frizelle, Dave Wallace (standing), George Eskdale, Bill Marcus, unknown sax, Jim Bellamy. Interesting to note that all bar Mayerl, Newton, Eskdale and Bellamy are Americans. The Savoy Havana Band was led by American saxophonist Bert Ralton, and they recorded and broadcast prolifically through the 1920s. Ralton left the Savoy Hotel in October 1923 to take a band of ex-Savoy musicians and others to Australia, and he was accidentally killed in a hunting accident in South Africa on 16 January 1927.

MARK BERRESFORD Rare Records

sabato 30 maggio 2020

Storia del Jazz ,ingredienti di base

"Il jazz è una musica latino-americana,che è nata nella più
settentrionale delle città latino-americane,cioè New Orleans "
Marcello Piras -Musicologo

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Le porte del nuovo mondo
Questa singolare forma musicale scaturisce dall'incontro/scontro
tra i mille mondi,le mille culture che sono passate attraverso la  porta di Ellis Island 
(dal 1892 al 1954, anno della sua chiusura Ellis Island è stato il
 principale punto d'ingresso per gli immigrati che sbarcavano negli Stati Uniti),
e sono approdate nel nuovo mondo.
Ispezione degli occhi per controllare che la persona non sia infetta
da "tracoma oculare" 
Ellis Island- New York - 1920

Il tracoma è una infezione batterica della congiuntiva e della cornea, causata da Chlamydia trachomatis, un batterio gram negativo intracellulare obbligato. Questi batteri possono essere trasmessi dagli occhi o dal naso di una persona infetta sia con contatto diretto sia con contatto indiretto, tramite vestiti o insetti che sono stati a contatto con gli occhi o il naso di una persona infetta.

Nulla, nemmeno la pericolosa traversata oceanica, generava più paura negli emigranti della possibilità di essere respinti a Ellis Island. (...) I nuovi arrivati temevano soprattutto la visita medica. «[Molti] sono risultati affetti da tracoma e la loro esclusione era obbligatoria – raccontava Fiorello LaGuardia, che in gioventù aveva lavorato come interprete a Ellis Island – Era straziante vedere le famiglie separate».





Famiglia di immigranti italiani - Ellis Island 1910

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Documentario in 12 parti, prodotto da Digiridoo Productions, 
presentato da Vito Coda Nunziante e Massimo Nunzi,
 soggetto, musiche originali e testi a cura
 di Massimo Nunzi, regia di di Elena Somarè.

venerdì 29 maggio 2020

Emigrati italiani in America



September 1911. Lawrence, Massachusetts. "Group of workers. 
The small boy in the middle is Secondino Libro, 34 Walnut Street.
 Apparently 10 or 11.
Works in No. 4 
Spinning room.
 Photo and caption by Lewis Wickes Hine.

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Mulberry Street a New York in un giorno di mercato con bancarelle e persone che ostacolavano il traffico cittadino (...)

Little Italy . Primi Anni del 1900
Questa è la storia di Little Italy di Manhattan.
 Dal 1880 fino agli anni '50 ondate di immigrati italiani
giunsero in America e si stabilirono a Mulberry Street.
 A differenza dei primi immigrati italiani, queste persone erano povere e poco istruite.
 Pensavano che l'America potesse dar loro  una vita migliore .
 Erano persone che lavoravano duramente per sbarcare il lunario. 
Vennero negli Stati Uniti pensando che le strade fossero pavimentate d'oro. 
Ma ben presto, si resero conto che non era così. 
Le strade erano lastricate di sporcizia, malattie, bigottismo e difficoltà. 
Ma sopravvissero e riuscirono a fare una vita  migliore .
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Mulberry Street a New York
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Segregati per regione

Quando i nostri nonni e bisnonni  si stabilirono a Little Italy 
trovarono persone provenienti dai loro luoghi di origine.
 Ad esempio, i napoletani vivevano in Mulberry Street.
Elizabeth Street era abitata dai siciliani , in particolare quelli di Sciacca.
 Mott Street era colma di Baresi e Baxter Street di  Calabresi.
 Gli italiani del nord vivevano sul lato sud di Canal Street lungo Baxter Street.
Hanno scelto queste strade per mantenere vive le loro tradizioni locali.
  Infatti,il  principale motivo della loro scelta su dove vivere 
dipendeva dal fatto che questi immigrati parlavano i dialetti italiani della loro regione.
 Era anche un modo per cercare di impedire ai loro figli di sposare
 quelli provenienti da diverse parti del "Vecchio Paese",
poiché il matrimonio interegionale era malvisto dagli immigrati italiani più anziani.
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New York circa 1900. "Italian neighborhood, Mulberry Street."
 Shorpy Historic Picture Archive



Cheese Store, 276 Bleecker Street, Manhattan, 1937


Collectors for Italian earthquake sufferers, 
East Side, New York. 1909.
New York: Pushcart markets. Ca.1910.
There used to be a pushcart market from about 102 to 110 streets, 
Park Avenue to First Avenue.
 From Park to about Third the neighborhood was Jewish; 
from there to First, Italian.
Photos 1 and 2 were taken in the Jewish neighborhood
of the pushcart market between 102 and 110 streets. 
The number on the window of the H. Gordon store at the right is 1380,
 which would be between 103 and 104 streets on Park Avenue.
Photos 3 and 4 were taken in the Italian neighborhood.






July 1918. "Italian Festa." 
Street festival in New York's Little Italy. 
 George Grantham Bain Collection

New York's First Avenue at East 29th Street during
 the annual Little Italy festa circa 1908.
 George Grantham Bain Collection
Italian festa.
 Mott Street decorated for religious feast.
New York City
May 16, 1908.

March 1912.
 "Row of tenements, 260 to 268 Elizabeth St., New York,
 in which a great deal of finishing of clothes is carried on.
268 Elizabeth Street, in Little Italy, is now a "luxe sweater bar" called Sample; 
258 (Kips Bay) is a handbag boutique called Token.
 Photo by Lewis Wickes Hine

Il personale del teatro dei pupi di New York, 1910 circa (...)



«Rosie Passeralla, 5 anni [di] Philadelphia. Raccoglie qui da due anni. Whites Bog, Browns Mills, N.J. 28 sett. 1910». Insieme alla piccola Rosie, moltissimi italiani di ogni età si trasferivano dalle loro residenze nelle grandi città del Nord-Est per raggiungere i campi del New Jersey, della Pennsylvania e di altri stati orientali durante la stagione del raccolto


 Nel 1920, erano più di 1.600.000 gli abitanti degli Stati Uniti nati in Italia
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La grande emigrazione italiana, che ebbe come prima meta gli Stati Uniti, 
era stata preceduta, intorno alla metà dell’Ottocento, 
dall’ondata migratoria di centinaia di rifugiati politici in seguito al fallimento
 delle insurrezioni per l'Unità nazionale italiana tra cui lo stesso Giuseppe Garibaldi.
Dal 1880 milioni di italiani iniziarono ad approdare negli Stati Uniti: su 9 milioni di emigrati che si diressero verso mete transoceaniche, 4 milioni scelsero gli USA.
 Occorre precisare che queste cifre non tengono conto dei rientri
che rappresentarono un fenomeno massiccio:
circa la metà degli emigrati rimpatriò e, nel periodo 1900-1914,
 il loro numero si aggirò tra il 50 e il 60 per cento.
 Benché tutte le regioni italiane fossero rappresentate,
 i quattro quinti circa degli immigrati italiani provenivano dal Mezzogiorno, in particolare
 dalla Calabria, dalla Campania, dagli Abruzzi, dal Molise e dalla Sicilia.
Nondimeno, il 20 per cento (cioè 900.000 circa) proveniva dal Centro e dal Nord Italia.
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L’insediamento degli immigrati italiani fu influenzato dalla locazione
 dei porti di sbarco e dai collegamenti interni, sia ferroviari che fluviali.
 Ma l’elemento più incisivo fu dato dalla scarsità di danaro al momento dell’arrivo
 in America e la costa nord-orientale assorbì perciò la metà della popolazione italiana.
 La gran massa dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti che si diresse
 nelle città dell'Est, attraverso la migrazione a catena, 
portò alla costituzione delle little italies nelle principali città statunitensi, 
interi quartieri abitati da italiani nelle cui strade la lingua ufficiale erano i vari
dialettidei paesi di provenienza, con negozi in cui si
vendevano prodotti di importazione italiani.
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Luigi Villari, osservando la popolazione dei suoi connazionali a New York nel 1912, notò:
"Alcuni quartieri sono abitati esclusivamente dagli oriundi di una data regione;
 in uno non troviamo che siciliani, in un altro i soli calabresi,
 in un terzo gli abruzzesi; vi sono poi certe strade dove non si trova che gente
 di un dato comune; in questa via è la colonia di Sciacca,
 in quello la colonia di San Giovanni in Fiore,
in quell'altra la colonia di Cosenza". 
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Fino agli anni trenta il campanilismo caratterizzò
gli insediamenti degli italiani all’estero.
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Altre mete, sempre perché facilmente raggiungibili, furono Chicago, New Orleans, St. Louis.
Sulla costa occidentale, la California vide importanti insediamenti agricoli, 
promossi soprattutto da immigrati piemontesi dediti alla vitivinicoltura,
 grazie anche agli incentivi dello stato per promuovere l’agricoltura.

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Festa del Santo Cruzifizo di Cimina, St. Philips, primi del Novecento

Foto scattata nel 1905: alcuni immigrati sbarcati sulle coste di Ellis Island (USA), un isolotto di fronte a Manhattan che fu la prima tappa per oltre quindici milioni di immigrati in un arco di tempo che va dal 1892 al 1943. Da poco sbarcati dalla nave, gli immigrati sono in coda per la visita medica e per l'esame dei loro documenti di identità.




PREGIUDIZI. 

Negli Stati Uniti che da poco avevano abolito la schiavitù si diceva che
 gli italiani non erano bianchi, "ma nemmeno palesemente negri".
 In Australia, altra destinazione, erano definiti "l'invasione dei pelle oliva".
 E poi ancora
"una razza inferiore" o una "stirpe di assassini, anarchici e mafiosi".
E il presidente Usa Richard Nixon
intercettato nel 1973  fu il più chiaro di tutti.
 Disse:
 "Non sono come noi. La differenza sta nell'odore diverso, nell'aspetto diverso,
nel modo di agire diverso. Il guaio é che non si riesce a trovarne uno che sia onesto".




Jim Cullum Jazz Band


Membri del gruppo
Jim Cullum - Cornetta
Kevin Hess - batteria
John Sheridan - Piano
Mike Pittsley - Trombone
Phil Flanigan - contrabbasso
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Organizzato nel 1962, questo ensemble è rinomato in tutto il mondo
 per aver suonato il jazz classico associato a King Oliver, Louis Armstrong,
 Jelly Roll Morton e Bix Beiderbecke -tra gli altri -
 oltre a musiche di grandi compositori americani come
 Duke Ellington, Hoagy Carmichael, George Gershwin e Irving Berlin.
 La band si è esibita alla Carnegie Hall, al Kennedy Center, al Wolf Trap Farm,
 all'Austin City Limits e a festival e concerti negli Stati Uniti e in America Latina.
 Il JCJB si è esibito anche in Australia, Europa
 e in un tour di grande successo in Russia!
 Dal 1963 al 2011 la band si è esibita al The Landing, sul Riverwalk di San Antonio.
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I musicisti sono professionisti a tempo pieno, con un ampio background 
di  jazz tradizionale, swing e altri stili musicali vintage.
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Dal 1987, le trasmissioni radiofoniche Riverwalk Jazz hanno caratterizzato 
la Jim Cullum Jazz Band con illustri ospiti musicali.
La Pacific Vista Production è ascoltata in tutto il mondo su Public Radio International.



"Il ricordo delle cose che sono andate è importante per un musicista jazz."
Louis Armstrong




Bria Skonberg performs W.C. Handy's "Make Me One Pallet on Your Floor with The Jim Cullum Jazz Band at The Landing in San Antonio, for the Riverwalk Jazz public radio series, 2008



Dipper Mouth Blues , Joseph "King" Oliver e Walter Melrose


 Chi ha composto Dipper Mouth Blues/Sugar Foot Stomp?

Dippermouth Blues fu registrato per la prima volta dalla King Oliver' Creole Jazz Band 
(con Louis Armstrong) il 6 aprile 1923. 
 Gennett 5132.
*Risultano compositori Joe Oliver e Louis Armstrong

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La Creole Jazz Band registrò nuovamente il brano il 23 giugno 1923,
OKeh 4918. 
Ecco l'etichetta della registrazione OKeh. 
Compositori Oliver e Armstrong.
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L'inglese Brunswick dà anche Oliver e Armstrong come compositori.

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ASCAP dà solo Oliver come compositore.
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Fletcher Henderson (con Louis) registrò Sugar Foot Stomp il 29 maggio 1925. 
Col 395-D. Compositori Oliver e Armstrong.

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Henderson registrò Sugar Foot Stomp diverse volte.
Ecco Col 2513-D registrato il Mar 19, 1931 .
Compositori Oliver e Melrose.

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Il numero inglese della registrazione del 19 marzo 1931
dà solo Armstrong come compositore.

* Dunque ,la domanda che vi pongo è questa :
Se Oliver, Armstrong, Melrose appaiono in varie combinazioni
 come compositori di Dipper Mouth Blues / Sugar Foot Stomp , allora
chi è o chi sono i veri  compositori  di Dippermouth Blues/Sugar Foot Stomp?
A voi l'ardua risposta

Thompson Submachine Gun



Con Thompson Submachine Gun (spesso anche Thompson) si indica una gamma di un mitra, i cui primi modelli furono ideati da John Taliaferro Thompson nel 1919.

Progettate e prodotte negli USA nella prima metà del XX secolo, le armi divennero
molto famose ed utilizzate durante il proibizionismo .
Questo mitra aveva numerosi soprannomi: Tommy Gun, Trench Broom, Trench Sweeper, Chicago Typewriter, Chicago Piano, Chicago Style, Chicago Organ Grinder e The Chopper.

Fu un'arma molto utilizzata da militari, criminali, forze di polizia e anche civili per la sua ergonomia, la compattezza, l'elevata frequenza di fuoco e il proiettile calibro 45 ACP impiegato, sebbene l'arma risultasse piuttosto pesante da imbracciare.

Il Thompson raggiunse la sua massima notorietà nelle mani dei gangster durante il Proibizionismo e durante la Grande depressione, con il cinema fautore di buona parte della sua fama.

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Metà degli anni '20 - Springfield (Illinois)
 La polizia locale è armata di mitra Thompson
Springfield è la capitale dello Stato dell'Illinois
John Dillinger : il nemico pubblico numero uno
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John Herbert Dillinger è stato un criminale statunitense, 
rapinatore di banche attivo durante il periodo della grande depressione. 
Nella cultura popolare viene rappresentato come un gangster americano 
vestito impeccabilmente, che imbraccia un mitra Thompson.
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Durante i giorni desolanti della Grande Depressione, le notizie
 sulle difficoltà economiche degli americani avevano spesso 
minor rilievo rispetto agli articoli
  sulle gesta di un fuorilegge dell'Indiana: John Dillinger. 
Per un periodo di quattordici mesi durante il 1933 e 1934
 Dillinger divenne il bandito più famoso della storia americana,
 e nessun criminale da allora lo ha eguagliato in celebrità e notorietà.
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Mitra, protesi, sangue e tintoria: Gangster Squad




giovedì 28 maggio 2020

The Fat Babies Jazz Band



The Chicago's Fat Babies
I Fat Babies sono una Jazz band jazz di sette elementi 
che interpreta il jazz classico degli anni '20 e '30.
Fondata nel 2010 dal bassista Beau Sample, i suoi membri includono 
Andy Schumm (cornetta), John Otto ( clarinetto), Dave Bock (trombone),
 John Donatowicz (banjo e chitarra),
 Paul Asaro (pianoforte) e Alex Hall (batteria).


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"Gli ensemble che suonano jazz arcaico sono perennemente scarsi, e quelli che gestiscono il repertorio di Jelly Roll Morton, King Oliver, Louis Armstrong e altri pionieri ad alto livello tecnico e artistico sono ancora più rari. Questo rende i Chicago's Fat Babies una band da custodire. Questi musicisti suonano musica pre-bebop con la passione e il rispetto che merita, ma raramente riceve."
Howard Reich, The Chicago Tribune

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